sabato 19 giugno 2010




Lunedì 5 aprile una pasquetta all’insegna della natura, della cultura e soprattutto del buon mangiare per i soci e simpatizzanti dell’archeoclub. Il sodalizio pietrelcinese ha infatti dedicato la propria attenzione ed il proprio palato al territorio ed ai cibi dell’Irpinia. La classica gita fuori porta ha avuto come prima meta il parco archeologico di “Aeclanum” situato presso la frazione Passo di Mirabella.

L’antico insediamento, fondato dalla tribù sannita degli Irpini verso la fine del III secolo a.C, si rivelava una piacevole “Pompei in miniatura” agli occhi avidi dei visitatori, offrendo resti di vestigia di ogni genere: dalle domus intorno al centro della città, attraversato da tre strade, al macellum, alle tabernae, alla basilica paleocristiana e alle terme che, con gli ambienti destinati a tepidarium, calidarium e frigidarium, costituivano senz’altro il momento di maggior attrazione del parco archeologico.

Verso mezzogiorno, però, la passeggiata didattica destava i languori di stomaco dei più, che prontamente e lautamente venivano placati in quel di Sturno presso un agriturismo pieno di prelibatezze della zona. Il tutto magistralmente orchestrato dal socio Mario, Deus ex machina della giornata che nel pomeriggio conduceva la spedizione nella Dantesca Valle dell’Ansanto ove, tra esalazioni gassose di idrogeno solforato, era possibile scorgere pozze ribollenti d’acqua sulfurea ed un cartello recante “Pericolo di Morte”!! Era questo un luogo dedicato in epoca remota al culto della Dea Mefite.

Nella seconda parte della giornata la spedizione subìva poi un troisiano quanto inaspettato “passaggio d’epoca”, un vero salto nel medioevo in linea con l’inclemenza del tempo di fine serata. La comitiva restava affascinata dalla bellezza della duecentesca Abbazia del Goleto, stupendo quanto poco valorizzato complesso monastico tutt’oggi abitato da un ordine di frati dal saio bianco. La visita si snodava tra odore di incenso e preci di frati, passeggiando tra la Settecentesca chiesa del Vaccaro e la duecentesca cappella funeraria in stile romanico.

In tarda sera la comitiva, intrapresa la via del ritorno, lasciava gradualmente il medioevo osservando ora il borgo di Rocca S.Felice, ora la fortezza di Torella dei Lombardi quindi il palazzo feudale di Gesualdo... sempre al seguito del fido condottiero della giornata Mario de Tommasibus che, preso da eventuali rimorsi, non poteva fare a meno di fermarsi nella più rinomata pasticceria della valle di Mirabella.

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